E' ormai documentata la relazione causale tra carenza dei servizi per la prima infanzia, basso livello di occupazione femminile e bassi tassi di maternità. Nel contesto italiano, caratterizzato dal “… più basso livello di partecipazione femminile al mercato del lavoro tra tutti i 25 stati membri dell’Unione Europea…” (Donne e lavoro. Una rivoluzione incompiuta, M.L. Pruna, Edizioni Il mulino) è chiaramente segnalato sia il retaggio culturale secondo cui le madri con figli piccoli dovrebbero lasciare il lavoro per occuparsi dei bambini, sia l’insufficienza cronica di un sistema di welfare familistico e, al tempo stesso, incapace di affiancare le famiglie nell’impegno di cura dei bambini e degli anziani non autosufficienti.
Impressionano, a tale riguardo, i dati delle nascite in Sardegna, che si segnala come la regione con gli indici di natalità più bassi e raggiunti, sia per le donne che per gli uomini, all'età più tardiva rispetto ad ogni altra area del nostro paese, che già vanta il più basso tasso di natalità al mondo.
La lettura dei dati, insomma, conferma il rischio discriminatorio rappresentato dalla maternità, in un mercato del lavoro e in un sistema sociale ancora ostinatamente calibrato sull’idea che l’unico produttore del reddito familiare sia l’uomo e non la donna.
Assistiamo così al paradosso di un sistema normativo antidiscriminatorio particolarmente sofisticato, ma incapace di aggredire il nodo più antico della subordinazione della donna all’uomo: la divisione dei ruoli nell’ambito familiare.
Questa constatazione rivela, come una lezione della storia, la giusta intuizione del femminismo progressista quando auspicava la promozione del lavoro (anche attraverso la maggiore diffusione di servizi di accoglienza per i bambini) in quanto strumento necessario per l’emancipazione delle donne e, infine, per una società orientata verso l’obiettivo dell’effettiva uguaglianza fra i cittadini.
In allegato una selezione di norme, links e segnalazioni.
Riflessione di Chiara Saraceno sulle politiche di sostegno alle famiglie, sullo sfondo del Congresso mondiale della famiglia che si tiene a Verona a fine marzo.
Negli ultimi tre anni le regioni in Italia hanno attivato più di 60 bandi per la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, impegnando circa 260 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo. Vediamo a quali progetti sono stati destinati questi fondi.
"La piena realizzazione personale femminile non deve necessarimente passare attraverso la maternità." Un articolo di Alessandra Minello, Eleonora Meli e Valentina Tocchioni per Neodemos.info.
Testo unico su maternità e paternità
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![]() | Dlgs 151-2001.pdf |
Norme su maternità e paternità, cura, formazione e conciliazione dei tempi
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![]() | Legge 53-2000.pdf |
Legge regionale su consultori familiari
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![]() | Legge regionale 8-1979.pdf |
Tutela della maternità e interruzione della gravidanza
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![]() | Legge 194-1978.pdf |